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giovedì 25 novembre 2010

STRESS DA LAVORO DIPENDENTI MONITORATI DAL ASL

Lo stress in ufficio può essere causato da molti fattori: può dipendere dal tipo di mestiere, dalle condizioni di lavoro, dai rapporti con i colleghi o con i capi. Ma colpisce (quasi) tutti, ed è uno dei più pericolosi nemici della salute. E ora è anche una malattia professionale. E per legge tutti i datori di lavoro devono valutarlo, monitorando le condizioni dei propri dipendenti, prendendo le adeguate precauzioni, e inserirlo nel documento di valutazione dei rischi. «Altrimenti si commette un reato – ha spiegato il procuratore Raffaele Guariniello – e se un lavoratore si ammala proprio a causa dello stress, si può incorrere nell’accusa di lesioni colpose o maltrattamenti a seconda del caso». Dal primo gennaio tutte le aziende, e più in generale i datori di lavoro pubblici o privati, dovranno aver ottemperato alle disposizioni di legge emanate nel 2008, e che dovevano in realtà partire il 1 agosto scorso. Ma una circolare ministeriale aveva prorogato alla data del 31 dicembre 2010, indicando l’obbligo di dare però semplicemente “avvio” alla procedura di valutazione del rischio stress. Il datore di lavoro doveva poi indicare il termine del “monitoraggio” sui dipendenti, avendo inoltre facoltà di scegliere un campione rappresentativo tra i suoi dipendenti da intervistare. La legge, secondo il pm Guariniello, fissava invece un diverso criterio, indicando non “l’avvio” ma la completata valutazione del rischio stress. E tale disposizione poteva essere modificata solo con un’altra legge: «Si tratta pertanto di una proroga mascherata, ed è illegittima – ha spiegato il pm – dal primo gennaio gli ispettori delle Asl potranno già verificare se i datori di lavoro abbiano ottemperato alla legge inserendo lo stress nel documento di valutazione dei rischi.

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